Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Finché la Goletta va…

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Dal 7 al 12 luglio la Goletta dei laghi, storica campagna di Legambiente dedicata alla tutela degli ecosistemi lacustri, ha fatto tappa in Piemonte celebrando il ventennale con un programma denso di attività: momenti di confronto con gli shakeholders locali ma non solo, anche azioni di cittadinanza attiva e traversate nautiche! 

Come ogni anno la Goletta dei Laghi è stata l’occasione per confrontarsi con le istituzioni locali, il mondo della ricerca, le associazioni e la cittadinanza sulla salute dei nostri laghi. Come migliorarne le strategie di tutela? Come affrontare le minacce e le conseguenze date dal cambiamento climatico e dalle azioni dell’uomo? Perdita di biodiversità, mala depurazione, inquinanti emergenti, overtourism. Questi e molti altri sono stati i temi affrontati nelle quattro giornate di tappa dislocate su tutto il Piemonte e approfondite nel Dossier Laghi. 

La Goletta è partita lunedì 7 luglio dal lago d’Orta con una giornata dedicata al tema delle microplastiche e al loro impatto sui laghi, per poi proseguire martedì 8 luglio a Torino con il Forum Acque dedicato al tema della biodiversità degli ecosistemi lacustri. Durante la giornata abbiamo inoltre raccontato i risultati dei campionamenti microbiologici effettuati sui laghi monitorati da Legambiente e premiato le località che si sono distinte per le pratiche di turismo sostenibile. Il viaggio di Goletta è proseguito mercoledì 9 con la traversata nautica del lago Maggiore in cui abbiamo incontrato gli attori locali piemontesi e lombardi che insistono sul bacino lacustre in ottica di tutela unica e condivisa del lago. Ultima tappa sabato 12 luglio sul lago Grande di Avigliana con diverse attività di cittadinanza attiva a cura delle associazioni del territorio. 

Inoltre, in occasione del ventennale di Goletta, abbiamo voluto raccontare il lavoro di sensibilizzazione, tutela e denuncia che è stato portato avanti in tutti questi anni da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e dai suoi numerosi circoli territoriali sui laghi. 
Il lavoro di sintesi realizzato nel dossier si è focalizzato sulle principali minacce che insistono sui laghi: i cambiamenti climatici e le attività antropiche come mala depurazione, inquinanti emergenti, pesca e turismo.  

I cambiamenti climatici stanno influenzando profondamente la biodiversità dei laghi piemontesi, con impatti significativi sulle condizioni ambientali e sugli ecosistemi acquatici. L’aumento delle temperature delle acque ha modificato la stratificazione termica, riducendo l’ossigeno disciolto in profondità e mettendo a rischio specie ittiche come la trota e il salmerino, particolarmente sensibili a queste variazioni. Inoltre, l’innalzamento delle temperature favorisce la proliferazione di specie invasive, come alcune alghe e piante acquatiche, che competono con le specie autoctone e alterano gli equilibri ecologici. Il ritiro dei ghiacciai e la diminuzione delle precipitazioni stanno riducendo la disponibilità idrica nei laghi, con effetti diretti sugli habitat acquatici e ripariali, cruciali per la riproduzione di molte specie. Il calo dei livelli d’acqua e la modifica dei flussi idrici aumentano il rischio di fenomeni di eutrofizzazione, con conseguenti effetti negativi sulla qualità dell’acqua e sulla fauna ittica. 

Gli effetti dei cambiamenti climatici sui laghi vengono ulteriormente amplificati dalla pressione delle attività umane. Nonostante i progressi nella depurazione delle acque, persistono criticità legate a scarichi non controllati e a infrastrutture obsolete, che alimentano fenomeni di eutrofizzazione e inquinamento diffuso. L’edizione 2025 della Goletta dei Laghi si è arricchita con l’inserimento di un ulteriore lago monitorato nel territorio di Ivrea: il lago San Michele. In totale la campagna ha quindi monitorato 6 laghi sul territorio piemontese, Lago Maggiore, Lago d’Orta, Laghi di Avigliana e Lago San Michele, per un numero complessivo di 23 siti campionati. Dei 23 punti monitorati 10 sono risultati fortemente inquinati, 3 inquinati, 10 entro i limiti di legge. In generale la situazione dei laghi piemontesi monitorati risulta leggermente peggiore rispetto lo scorso anno. Restano evidenti i punti critici delle foci su diversi laghi, che devono continuare ad essere monitorati da enti preposti, per capire l’origine di questo inquinamento. 

A ciò si aggiunge la minaccia delle microplastiche, rilevate anche in laghi apparentemente incontaminati, segno tangibile di un inquinamento globale che non risparmia nemmeno le aree più remote. Le conseguenze delle microplastiche in ambienti acquatici sono molteplici: l’ingestione da parte degli organismi con la conseguente sensazione di falsa sazietà che li porta a non nutrirsi, il bioaccumulo nella rete trofica, la tossicità per assorbimento delle sostanze inquinanti presenti nell’ambiente, ma anche per gli additivi contenuti nella plastica, il trasporto di specie aliene che viaggiano con i frammenti. Studi effettuati sulla fauna marina hanno dimostrato che la plastica ingerita dai pesci finisce nei nostri piatti. Il rischio è, dunque, anche per gli esseri umani: gli inquinanti rilasciati dalle microplastiche possono essere ingeriti e finire nel nostro organismo. Tali inquinanti possono interferire con il sistema endocrino fino a produrre alterazioni genetiche. In particolare, destano grande preoccupazione le elevate concentrazioni di agenti come gli inquinanti organici persistenti (Pop), tra i quali ci sono i policlorobifenili (Pcb) e il diclorodifeniltricloroetano (ddt), chiamati così perché tossici e resistenti alla decomposizione. Dal 2021 Legambiente, insieme ad Arpa Piemonte ed ENEA, ha indagato la presenza di microplastiche anche nei laghi piemontesi oggetto della Goletta dei Laghi. In tutti i laghi indagati è stata confermata la presenza di microplastiche. Per quanto riguarda la composizione il materiale più abbondante rinvenuto è stato il polietilene (PE). La morfologia delle microplastiche rinvenute inoltre fa desumere che gran parte di esse sia derivante dalla degradazione di frammenti plastici di maggiori dimensioni, le macroplastiche. L’attività di monitoraggio delle microplastiche svolta in questi anni ha consentito una valutazione solo parziale e conoscitiva della presenza di questo inquinante in ambiente lacustre ma ha permesso di acquisire esperienza e strumenti di indagine per approfondire questa tematica. 

La pesca nelle acque interne del Piemonte implica un’interazione articolata tra dimensioni ecologiche, economiche e sociali, che richiede un approccio integrato alla gestione delle risorse ittiche. È fondamentale adottare pratiche alieutiche ecologicamente sostenibili, capaci di preservare la funzionalità degli ecosistemi acquatici e la biodiversità, senza compromettere la continuità economica delle comunità locali che dipendono da tali risorse. La cooperazione tra pescatori, enti gestori, istituzioni scientifiche e attori territoriali risulta determinante per l’elaborazione di strategie gestionali orientate alla sostenibilità a lungo termine. È fondamentale ricordare inoltre che in Piemonte, come in tutte le regioni italiane, vigono leggi ben precise che regolano l’immissione in natura di specie alloctone, tema questo che coinvolge direttamente l’attività di pesca nelle acque interne. 

Il turismo, sebbene rappresenti una risorsa economica importante per Piemonte e Valle d’Aosta, può trasformarsi in un fattore di degrado se non gestito con criteri di sostenibilità. L’afflusso estivo sulle rive del Lago Maggiore o del Lago di Viverone, ad esempio, comporta un aumento dei rifiuti, del traffico e del consumo idrico, con impatti diretti sugli ecosistemi lacustri. Anche i laghi alpini, sempre più frequentati da escursionisti e sportivi, soffrono per l’erosione dei sentieri, l’abbandono di rifiuti e la pressione antropica su habitat delicatissimi. Le località lacustri rappresentano una meta fortemente turistica, visitata soprattutto durante il periodo estivo, che nel 2023 ha visto raggiungere il primato come meta scelta dai turisti in Italia, superando le località marine, montane e le grandi città d’arte. È necessario quindi promuovere pratiche turistiche sostenibili ed implementare misure per proteggere i laghi, come la regolamentazione delle attività nautiche e del consumo di suolo, la gestione dei rifiuti, l’implementazione del trasporto pubblico locale e la conservazione della biodiversità. È necessario trovare un equilibrio condiviso tra la necessità di accogliere i flussi turistici e quella di preservare il patrimonio culturale e ambientale. Deve essere promosso il turismo sostenibile, che rispetti l’ambiente e le comunità locali. Queste ultime devono essere coinvolte nella gestione del turismo, affinché siano parte attiva nella ricerca di soluzioni. Il turismo sostenibile può frenare il degrado, ridurre i conflitti e trasmettere un’immagine globale del luogo, ponendosi come economia di riqualificazione territoriale e sociale.  

Per l’Italia, ricca di biodiversità ma segnata da forti contraddizioni, è indispensabile una svolta politica e amministrativa per raggiungere gli obiettivi al 2030 su clima e biodiversità, oltre a strumenti e norme nuove per accompagnare la transizione ecologica. Anche il Piemonte deve fare la sua parte in questo scenario, anche per quanto riguarda la tutela dei laghi. Alla luce di quanto raccontato nel dossier abbiamo definito 10 azioni che crediamo prioritarie per raggiungere gli obiettivi al 2030 

  1. Aumentare la conoscenza degli ecosistemi acquatici piemontesi e degli impatti delle attività antropiche, idroelettriche, agricole e zootecniche sulla biodiversità; 
  2. Incrementare del 50% lo stato di conservazione di specie e habitat acquatici piemontesi; 
  3. Intensificare le azioni di adattamento e mitigazione basate su soluzioni naturali (Nature Based Solution – NBS); 
  4. Promuovere attività lacustri NetZero, aumentando la qualità delle produzioni anche attraverso le certificazioni di sostenibilità;
  5. Promuovere l’agroecologia e produzioni agricole e allevamento 100% biologiche nelle aree protette;
  6. Adottare Piani e/o Strategie di adattamento nazionali e regionali per le singole specie e/o habitat o tipologie di aree protette terrestri e marine;
  7. Aumentare la trasparenza sull’utilizzo turistico e produttivo dei bacini lacustri;
  8. Incrementare i boschi con popolamenti maturi e senescenti (foreste primarie o vetuste) attraverso la certificazione e gestione sostenibile delle foreste;
  9. Promuovere un monitoraggio costante della qualità delle acque lacustri, includendo le microplastiche e gli inquinanti emergenti nei criteri di valutazione della qualità delle acque interne;
  10. Rafforzare gli obiettivi di conservazione dei siti Natura 2000, aumentando le aree umide protette e le zone Ramsar e rafforzando la pianificazione, a scala di bacino e locale, anche attraverso strumenti di partecipazione della cittadinanza come i contratti di lago, di fiume, di foce. 

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