Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

#Ribellicome: chi va a votare!

L’8 e il 9 giugno 2025 saremo nuovamente chiamat* alle urne per esprimerci su importanti quesiti referendari sul tema lavoro e cittadinanza.  

I referendum rappresentano un appuntamento fondamentale per la nostra democrazia, in cui abbiamo la possibilità concreta di incidere sul futuro del nostro Paese, partecipando attivamente alla vita pubblica.   

Sono un’occasione per esprimersi consapevolmente su temi specifici che riguardano la società, i diritti, o l’organizzazione delle istituzioni, migliorando anche la vita delle persone. I cinque quesiti previsti dal referendum servono a costruire un modello di società più giusto e inclusivo, dove a più forti diritti sociali corrispondano più ampi diritti civili. 

Ma per cosa si voterà? 

Domenica 8 e lunedì 9 giugno si vota per cinque referendum abrogativi, cioè la cittadinanza può chiedere di eliminare totalmente o in parte una norma: un quesito chiede di modificare le norme sulla cittadinanza e gli altri quattro riguardano il lavoro.  

Perché votare SI ai cinque quesiti?  

  1. Sì allo stop ai licenziamenti illegittimi  

Si propone l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act, secondo cui le persone assunte dopo il 2015 nelle imprese con più di 15 dipendenti non devono essere reintegrate nel posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo nemmeno se un giudice stabilisce che l’interruzione del rapporto di lavoro era stata ingiusta o infondata.  

Se la norma attuale venisse abrogata, si tornerebbe alla cosiddetta “legge Fornero” del 2012: per alcuni licenziamenti (come quelli considerati nulli per legge) sarebbe quindi di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. 

  1. Sì a più tutele per i lavoratori e le lavoratrici delle piccole imprese 

Si chiede l’abrogazione del limite massimo di sei mensilità per l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese. L’obiettivo è aumentare le tutele per chi lavora in aziende con meno di 16 dipendenti: al momento in caso di licenziamento illegittimo si può ricevere un’indennità massima pari a sei mesi di stipendio. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri, tra cui la gravità della violazione, l’età, i carichi di famiglia e la capacità economica dell’azienda.  

  1. Sì alla riduzione del lavoro precario 

Il terzo quesito è riferito sempre al Jobs Act e punta ad eliminare alcune limitazioni imposte sui contratti di lavoro subordinato a termine (previsti ad oggi secondo la CGIL per 2 milioni e 300mila persone in Italia). Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. L’obiettivo del referendum è limitare il ricorso a questo tipo di contratti reintroducendo, tra le altre cose, l’obbligo per i datori di lavoro di indicare una “causale”, cioè il motivo per cui ricorrono a un tipo di contratto a termine e non a tempo indeterminato (al momento la scelta dell’azienda è insindacabile anche in un eventuale giudizio).  

  1. Sì a più sicurezza sul lavoro 

Il quarto quesito sul lavoro vuole aumentare la responsabilità della ditta committente in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali. Si chiede l’abrogazione della responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore per gli infortuni subiti dai lavoratori legati ai rischi specifici dell’attività. Il quesito intende escludere la responsabilità del committente per gli infortuni derivanti da rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.  

  1. Sì a più integrazione con la cittadinanza italiana 

L’obiettivo del referendum è ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza regolare necessari per poter chiedere la cittadinanza: una volta ottenuta, questa potrebbe essere trasmessa ai figli minorenni. La riforma riguarderebbe almeno 2,3 milioni di persone in Italia. Più nel dettaglio la proposta è modificare l’articolo 9 della legge 91 del 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Il quesito non modifica gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati. 

Come si può votare?  

I seggi elettorali saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica, e dalle 7 alle 15 di lunedì. Potranno votare anche le persone fuori sede che hanno presentato la domanda entro il 5 maggio per votare in un comune diverso da quello di residenza, e le persone italiane residenti all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e quelle che si trovano temporaneamente fuori dall’Italia per motivi di lavoro, studio e cure mediche, a patto che abbiano fatto la richiesta entro il 7 maggio.  

Affinché i referendum siano validi, serve si raggiunga il quorum, ovvero che vada a votare almeno la metà delle persone aventi diritto.  

In un tempo segnato da crisi ambientali sempre più gravi e da una crescente precarietà nel mondo del lavoro, non possiamo permetterci l’indifferenza. I temi al centro del voto toccano direttamente questioni come la tutela del territorio, la gestione delle risorse pubbliche, i diritti collettivi, la qualità della vita nei luoghi di lavoro e nelle nostre comunità. 

La partecipazione al referendum è una forma di responsabilità: verso chi verrà dopo di noi, verso chi oggi lavora senza tutele, verso la natura che ci sostiene e verso la giustizia sociale. Ogni voto è una scelta tra conservare modelli iniqui o costruire un’alternativa più equa e sostenibile.  

Perché la democrazia non si esaurisce nelle parole. Si costruisce con le scelte. 

Continuiamo a lavorare, insieme a CGIL e alle altre associazioni coinvolte nella Via Maestra Piemontese, per difendere i diritti di tutte e tutti, per la costruzione di percorsi di pace, la difesa della Democrazia, la parità tra i generi, l’inclusione sociale, la lotta al cambiamento climatico e la giusta transizione ecologica. Perché, per citare un nostro vecchio slogan:  

Ambiente è lavoro. 

La transizione ecologica è lavoro. 

La lotta alla crisi climatica è lavoro. 

Condividi Post:

cosa facciamo

Campi Volontariato

Comunicati Stampa

Iscriviti alla newsletter di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

“La natura ha bisogno del coraggio di chi vuole difenderla. Dona ora per darci la forza di proteggere il pianeta e contrastare la crisi climatica”

 

Se preferisci donare con bonifico ecco le coordinate: 

C/C bancario intestato a Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, c/o BANCA POPOLARE ETICA, FILIALE DI TORINO, VIA SALUZZO 29, 10125 TORINO  

Causale: Donazione 

IBAN: IT 26 S 05018 01000 000011145752 

articoli correlati