
Stato dell’Ambiente 2025
Aria e clima: gli allarmi di Legambiente
Il meteo contribuisce attivamente al contenimento degli inquinanti.
Legambiente: “Continuano a latitare misure strutturali, senza le quali ci dobbiamo affidare alle precipitazioni”
Il rapporto STATO DELL’AMBIENTE IN PIEMONTE 2025 evidenzia un leggero miglioramento dei dati ambientali piemontesi.
In particolare, i dati sulla qualità dell’aria nel 2024 segnano una diminuzione degli sforamenti dei limiti di legge per PM10 e PM 2,5.
“Non possiamo accogliere positivamente i dati presentati nel rapporto – dichiara Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Ci chiediamo però, in assenza di nuove misure strutturali finalizzate al contenimento degli inquinanti, quali possano essere le cause di questa diminuzione. Il ricambio del parco mezzi pubblico e soprattutto privato ha certamente avuto un effetto positivo, ma non è l’unico elemento. Evidentemente il fatto che il 2024 sia stato il secondo anno più piovoso dopo il 1977 con un surplus pluviometrico di 466,2 mm (pari al 45%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020, ha influito significativamente. Oggi siamo nuovamente alle prese con le resistenze di Regione Piemonte contro il blocco dei diesel Euro5, provvedimento che la Regione stessa aveva deliberato nel febbraio del 2021 a seguito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per violazione dei limiti dell’inquinamento atmosferico, blocco poi rinviato con decisione ministeriale a pochi giorni dall’entrata in vigore nel settembre 2023. Immaginiamo che la Regione Piemonte avesse redatto tale piano d’azione sulla base di dati che ne dimostravano l’effettiva efficacia. Si prosegua dunque senza indugio in tal direzione e nell’implementazione delle altre misure previste nel piano presentato nel 2021: a essere in pericolo non è solo la salute pubblica, ma anche la credibilità delle nostre istituzioni”.
Preoccupanti anche i dati sul clima: il 2024 è l’anno più caldo mai registrato (la temperatura media annuale è risultata pari a circa 11 °C, superiore di 1.1 °C rispetto al periodo climatico di riferimento – il trentennio 1991-2020, avente una media climatica di circa 9.9°C), dopo il 2022 e il 2023 in un crescendo che definisce un quadro fosco e non lascia ben sperare per il futuro.
“I dati sul clima sono estremamente preoccupanti – afferma Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – il susseguirsi di anni con temperature record è il segnale, qualora ce ne fosse bisogno, che la crisi climatica ed ecologica è qui ed ora. E’ necessaria un’accelerazione significativa verso la decarbonizzazione, ricorrendo in maniera massiva all’utilizzo delle fonti rinnovabili: idroelettrico (su cui il Piemonte è già attrezzato e che necessiterebbe solo di eventuali revamping di impianti oggi datati), ma soprattutto fotovoltaico e eolico. Proprio per questo ci aspettiamo dalla Regione Piemonte un passo deciso verso un percorso di individuazione di aree idonee che superi le posizioni ideologicamente contrarie che hanno trovato cittadinanza nelle narrazioni a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi ”.