Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Nuovo Maria Vittoria: “Servono tempi rapidi, ma chiediamo una maggiore attenzione alla localizzazione”

Fra le localizzazioni individuate esistono soluzioni che garantiscono maggiore funzionalità e un sensibile risparmio di suolo permeabile. Si proceda ad una revisione dell’area individuata.

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, in accordo con i circoli Torinesi Legambiente L’Aquilone, Legambiente Metropolitano, Greento e Molecola chiedono all’Amministrazione di rivedere la scelta dell’area individuata per la realizzazione del nuovo ospedale che sostituirà l’attuale struttura del Maria Vittoria.

“Ferma restando la necessità di un ospedale, opera essenziale e di importanza assoluta, risulta poco comprensibile il processo decisionale che ha portato alla scelta dell’area. Abbiamo la necessità di tutelare patrimonio ambientale, le aree verdi della città fra le più inquinate d’Italia”.

“La cosiddetta “area giostrai” individuata dall’Amministrazione Comunale e da quella Regionale per la realizzazione del nuovo ospedale torinese ci lascia perplessi – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – per le molte criticità che tale area porta con sé, a partire dal consumo di terreno permeabile e dal potenziale consumo di porzioni di parco. Torino è una delle città più inquinate d’Italia e gli spazi verdi andrebbero preservati e valorizzati. Un ospedale è una struttura che catalizza attorno a sé traffico automobilistico ed inquinamento. Quand’anche davvero non fosse necessaria un’espansione sugli spazi del parco, come garantito dall’Amministrazione nonostante i documenti tecnici dichiarino il contrario, si concentrerebbe attorno ad esso un denso traffico veicolare con relative emissioni inquinanti, che di fatto circonderebbe il polmone verde del Parco della Pellerina mettendone fortemente a rischio qualità e fruibilità. Resterebbe comunque il vulnus dell’impermeabilizzazione di suolo, scelta incomprensibile data l’estrema fragilità del territorio cittadini di fronte agli eventi estremi sempre più frequenti e impattanti”.

Non è solo il consumo di suolo a lasciare perplessi. La realizzazione del progetto porterà con sé extra costi significativi, a partire dallo spostamento dell’elettrodotto interrato di Terna che insiste sull’area per arrivare alle opere di schermatura sonora necessarie per contenere l’impatto della centrale Iren e del traffico dei corsi Appio Claudio e Regina Margherita, senza le quali non sarebbero rispettati i limiti di legge. La natura dell’area aggiunge ulteriori riflessioni: si tratta di zona esondabile e formata da uno strato di 8 metri di materiale da riporto che quindi necessiterebbe di forti attività di consolidamento. Sarebbe infine necessario trovare una nuova area per le attività dei giostrai, aprendo alla possibilità di un ulteriore consumo di suolo.

Fra le aree prese in esame dallo studio effettuato da Comune di Torino e Regione Piemonte esistono soluzioni più adatte, che cancellerebbero molti dei problemi evidenziati. L’area dell’ex Macello di Via Traves, ad esempio, sembra essere una situazione meno impattante. È di proprietà pubblica, ed è già cementificata. Si cancellerebbe dunque la problematica del consumo di suolo. Le dimensioni (pari a oltre sei volte quelle dell’area Pellerina) sono abbondantemente sufficienti ad ospitare l’ospedale e tutte le strutture connesse (parcheggi e sottoservizi). Oggi è adibita a magazzino o poco più: lo spostamento delle attività ospitate risulta dunque semplice e veloce. La classe acustica non risulta compromessa da grandi impianti industriali e dunque prevederebbe minori costi di isolamento. Infine, l’area è, con piccoli accorgimenti, servibile dalle linee di trasporto pubblico bus 29, 59 e 75, dalla linea tram 3 e dalla futura linea tram 12. Tre di queste linee (29, 59, 3) già oggi servono l’area del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia, consentendo una continuità di servizio con l’attuale assetto di infrastrutture pubbliche. L’area, infine, potrebbe anche servire il Comune di Venaria, ad oggi scoperta dopo la chiusura dell’ospedale locale. 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e tutti i Circoli cittadini chiedono dunque all’Amministrazione il confronto che ad oggi e mancato – conclude Giorgio Prino – in una corsa alla localizzazione che ha avuto uno decorso fin troppo verticistico, per arrivare ad una soluzione che lascia non pochi dubbi”.

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente L’Aquilone, Legambiente Metropolitano, Legambiente Greento, Legambiente Molecola