
Inceneritore per Rifiuti Speciali a Cavaglià: Legambiente deposita intervento ad opponendum al ricorso di A2A.
Come annunciato, Legambiente si oppone al ricorso presentato dalla Multiutility contro il diniego da parte Provincia di Biella al rilascio di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale per il progetto di un nuovo inceneritore dedicato a rifiuti speciali.
“Azione doverosa, in tutela di territorio e per la promozione di un ciclo di gestione dei rifiuti virtuoso”.
Negli scorsi mesi A2A Ambiente SpA aveva presentato alla Provincia di Biella la richiesta autorizzativa per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento di rifiuti speciali.
Da subito Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta si è dichiarata contraria ad un nuovo impianto, in tutela del territorio e per la promozione di un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti. La Provincia di Biella, con Determinazione n. 1046 del 9.07.2024, negava alla proponente il rilascio di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. La multiutility, dunque, procedeva nel deposito di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo l’annullamento della determinazione provinciale.
In questa situazione Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha deciso di depositare un intervento ad opponendum al ricorso di A2A Ambiente, chiedendone il rigetto da parte del TAR.
“L’atto di Legambiente è dovuto – dichiara Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Avevamo annunciato la nostra azione nel corso dell’ultimo EcoForum regionale. La nostra valutazione del progetto è sempre stata fortemente negativa. Stiamo parlando di un impianto che tratterebbe quantità di molto superiori alle esigenze della provincia biellese, un sovradimensionamento che porterebbe ad una violazione di quel principio di prossimità che dovrebbe essere un punto fermo di qualsiasi progettualità. Al netto delle compensazioni, un termovalorizzatore resta quel che è, ovvero la negazione dei princìpi cardine dell’economia circolare. Un impianto come quello proposto, inoltre, al di là delle emissioni inquinanti immetterebbe in atmosfera oltre 300.000 tonnellate all’anno di CO2 equivalenti, senza contare quelle legate al trasporto dei rifiuti in loco, andando a contribuire in maniera sostanziale alle emissioni climalteranti piemontesi. In tempo di politiche europee di decarbonizzazione, sarebbe una scelta in controtendenza.

