Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Bandiera Nera a: Comune di Valtournenche (AO)

Motivazioni: per lo studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici (tra la Valtournenche e la Val d’Ayas), che, se realizzati distruggerebbero l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa, ma che ha lo scopo reale di rilanciare cementificazione e speculazione edilizia.

Nel gennaio di quest’anno, il comune di Valtournenche, appoggiandosi su fondi del progetto Interreg Alpinks, finanziato dall’Unione Europea, bandisce come capofila uno studio di fattibilità per la realizzazione di un collegamento sciistico con la Val d’Ayas attraverso il Vallone delle Cime Bianche. In sostanza il “sogno”, annunciato con toni roboanti dalla stampa locale, è quello di unire Champoluc (Val d’Ayas) e Cervinia(Valtournenche) connettendosi in tal modo con le altre due stazioni sciistiche ai piedi del Monte Rosa già collegate tra loro (Gressoney-La Trinité e la svizzera Zermatt), per creare un comprensorio sciistico di circa 530 km. Ancora una volta la montagna viene interpretata come territorio modificabile dall’uomo a suo piacimento, e fondi europei, cioè pubblici, vengono usati per mettere a bando l’ennesimo studio di fattibilità di opere costose e disastrose per l’ambiente alpino.

Gli appetiti speculativi ritornano prepotentemente alla carica riproponendo “il miraggio” del collegamento sciistico fra la Valtournenche e la Val d’Ayas, un progetto insensato da ogni punto di vista: – l’area interessata (vallone delle Cime Bianche) è inserita nel SIC/ZPS IT1204220 “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa” e rappresenta l’ultimo vasto spazio senza impianti di accesso al versante sud Monte Rosa; territorio che (a causa di zone di scarso acclivio e/o versanti sottoposti a valanga) poco si presta allo sci di discesa.

– il progetto risulta in contrasto con i protocolli attuativi della Convenzione delle Alpi, ratificata con legge della Repubblica Italiana n. 50/2012, (perchè?) e interessa un’area che racchiude una preziosa ricchezza di varietà geologiche, paesaggistiche, floristiche e faunistiche nonché di testimonianze storico/culturali che richiederebbe ben altri progetti di valorizzazione: al contrario siamo di fronte a ipotesi di collegamenti trasportistici di una lunghezza tale da richiedere investimenti e impatti ambientali del tutto insostenibili.

D’altro canto il bando pubblicato dal Comune di Valtournenche nei termini in cui è scritto lascia ad intendere come il vero interesse sia in realtà quello di apportare “varianti alla pianificazione per offrire opportunità di investimento ai privati”. E’ pur vero che a pensar male si fa peccato, ma vien facile dubitare che questo non voglia essere altro che l’ennesima possibilità di ampliare le aree edificabili previste nel Piano Regolatore Generale per soddisfare nuovi appetiti speculativi.

C’è da auspicare che con la Programmazione 2014-2020, finisca l’era dei progetti europei i cui unici risultati sono studi, pubblicazioni, siti web e, non ultimo, laute consulenze a cascata e a vantaggio dei soliti noti; ma soprattutto che cittadini e operatori economici possano tornare a riflettere e discutere sul proprio sviluppo, perché la crescita di un paese non ha nulla a che vedere con lo sviluppo edificatorio e perché SIC, PTP, Piani regionali e Leggi dello Stato non possono essere solo considerati noiosi ostacoli da superare.