Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Iniziativa di Legambiente a Torino con amministratori ed esperti sulle buone pratiche per la tutela del suolo. Presentata People4Soil, petizione europea per una direttiva a tutela del suolo

“Senza un suolo sano e vivo non c’è futuro e tutelarlo con norme efficaci è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali”. E’ questo il messaggio che ha riunito oggi Legambiente, diversi amministratori ed esperti nel corso dell’incontro “Terra, fonte di vita. Buone pratiche per la salvaguardia del territorio” svoltosi a Torino presso lo Spazio19 Coworking di via Cesare Balbo. All’incontro hanno preso parte il presidente regionale di Legambiente Fabio Dovana, l’urbanista e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Flavia Bianchi, la docente dell’Università di Torino nonché vicepresidente della Società italiana di pedologia Eleonora Bonifacio, il coordinatore della campagna People4Soil Tiziano Cattaneo, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Guido Montanari e i sindaci di Lauriano (To) Matilde Casa e di Rivalta (To) Mauro Marinari. Erano inoltre presenti giovani pianificatori, rappresentanti degli Ordini, Fai, Pro Natura, Italia Nostra, Salviamo il Paesaggio, Coldiretti, Cia, Ance, Inu, Unione Culturale, Ipla.

“Sono ormai diversi gli esempi di buone politiche a tutela del suolo che arrivano dal nostro territorio, frutto però ancora di sensibilità e competenze puntuali. Ora occorre farle diventare pratica comune su larga scala, accompagnandole ad ogni grado istituzionale con norme efficaci e incentivi che premino i comportamenti responsabili, come il riuso e la rigenerazione urbana, e sanzionino quelli speculativi –ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. I Comuni hanno un ruolo determinante nelle scelte sulla pianificazione urbanistica, negli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati dalle aree a rischio idrogeologico, nell’adeguamento alle norme di salvaguardia dettate dalla pianificazione di bacino e la corretta manutenzione del territorio. Sono, quindi, soggetti strategici per una gestione del suolo volta alla salvaguardia del paesaggio, alla tutela della biodiversità e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Per questo devono essere messi nelle condizioni di poter operare virtuosamente seguendo l’esempio di quelle amministrazioni che con coraggio stanno rivedendo i propri piani urbanistici, riducendo le aree edificabili, e dando così in modo tangibile un contributo alla salvaguardia del suolo e alla sicurezza collettiva”.

Ma il consumo di suolo non è un problema solo italiano. Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile. Per il solo effetto della crescita di urbanizzazioni e infrastrutture, nell’ultimo cinquantennio il continente ha perso un’estensione di suolo agricolo di superficie pari a quella dell’intera Ungheria. Solo in Italia vengono “mangiati” dal cemento 4 metri quadrati ogni secondo. E’ così che i suoli europei non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione dei Paesi membri. Per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di questi Paesi a esodi forzati. Ma il suolo è anche molto altro: i suoli europei intrappolano una quantità di carbonio immensa, che equivale ad oltre 40 volte la CO2 emessa annualmente da trasporti, settore civile, industria. Il suolo è la culla della biodiversità terrestre e depura le acque, le assorbe e trattiene, svolgendo un ruolo fondamentale nella corretta gestione della risorsa idrica e nella prevenzione dei danni delle alluvioni.

“Se solo si continuasse ad edificare seguendo quanto già previsto dai piani regolatori esistenti il Piemonte continuerebbe a perdere suolo fertile ancora per decenni. Basti pensare che le previsioni edificatorie in alcuni comuni arrivano al 50% di crescita della popolazione residente –questo il monito di Flavia Bianchi, urbanista e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Oggi abbiamo quindi la necessità non solo di evitare che nuovi piani regolatori aggiungano ulteriori aree edificabili ma di far sì che quelli esistenti vengano rivisti cancellando aree edificabili già previste, coniugando in questo modo la sicurezza del territorio con la salvaguardia di zone di prestigio ambientale e paesaggistico”.

Gli esempi positivi in tal senso nella nostra regione non mancano: Avigliana già negli anni Novanta, negli anni più recenti Rivalta (To), Lauriano (To) e Fossano (Cn) testimoniano come sia possibile rivedere i piani regolatori, evitando edificazioni inutili già previste. Esperienze che per Legambiente devono essere incentivate e supportate normativamente anche per evitare che si ripetano casi paradossali come quello di Lauriano (To) dove il sindaco Matilde Casa è stata denunciata da un privato per abuso d’ufficio per “avere provocato intenzionalmente un danno ingiusto” avendo “trasformato un terreno edificabile in terreno agricolo”. Non un ricorso di tipo amministrativo ma un vero e proprio processo penale che ha portato dapprima ad un rinvio a giudizio e poi alla sentenza d’assoluzione piena del Tribunale di Torino nei confronti del sindaco, del segretario e del tecnico comunale. Un’accusa e un processo, per fortuna con lieto fine, che hanno però avuto del paradossale, essendo l’amministrazione di Lauriano una delle poche e coraggiose che sul territorio ha deciso di ridurre le previsioni edificatorie a favore di un’effettiva tutela del suolo.

Ma al di là delle buone pratiche portate avanti dai Sindaci sono necessarie norme regionali, nazionali ed europee. Il fatto che l’Unione Europea ad esempio non abbia ancora una legislazione per arginare il consumo e il degrado di suolo contraddice la centralità che, fin dall’origine, il progetto comunitario europeo ha assegnato alla sicurezza e alla sovranità alimentare, da attuare garantendo il lavoro agricolo e l’accesso alla buona terra come presupposti per la prosperità e la convivenza pacifica dei popoli europei. Per questo l’incontro di Torino è stata anche l’occasione per presentare People4Soil, campagna europea per la raccolta di un milione di firme per ottenere un’efficace legislazione comunitaria per la tutela del suolo. L’Iniziativa dei Cittadini Europei (ECI) in Italia sarà parte della campagna SALVAILSUOLO, promossa da una task force di associazioni che per 12 mesi collaboreranno per sostenere l’iniziativa: ACLI, Coldiretti, FAI Fondo Ambiente Italiano, INU, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF, organizzeranno iniziative, insieme al più vasto coordinamento italiano degli aderenti alla ECI che comprende complessivamente 80 realtà fra associazioni ambientaliste, ong, forum per il paesaggio, società e istituzioni scientifiche, associazioni cristiane di impegno sociale, organizzazioni di produttori agricoli e di consumatori biologici.