Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Facciamo appello ai Comuni perchè adottino provvedimenti di divieto nell’uso dei botti e li facciano rispettare. Ma ci rivolgiamo anche ai cittadini a cui chiediamo di evitare volontariamente l’uso dei botti dimostrando un senso di civiltà adeguato ai nostri tempi”

“Che i botti siano pericolosi, sia per le persone, sia per gli animali, è ormai cosa nota, ma che da questo si passi a comportamenti responsabili è tutt’altro che scontato. E’ dovere di tutti, Comuni e cittadini, fare in modo che la notte di Capodanno non lasci dietro a sè strascichi dolorosi e spesso irrimediabili”. Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina a Torino ha rivolto un appello ai Comuni affinchè emanino provvedimenti di divieto nell’uso dei botti. Alla conferenza sono intervenuti Fabio Dovana (presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta), Rossana Vallino (responsabile del settore Altri Animali di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta), Armando Monticone (presidente della Consulta del volontariato animalista della città di Torino), Giuseppe Quaranta (Centro Animali Non Convenzionali dell’Università di Torino), Francesca Costa (veterinaria ed educatrice della Scuola Interazione Uomo Animale), Giusi D’Angelo (ENPA), Luca Piccioni (associazione “Ti faccio la festa”).

“Non mancano molti giorni alla fine dell’anno, ma se si ha la volontà è ancora possibile farlo -dichiara Rossana Vallino, responsabile del settore Altri Animali di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. A quei Comuni che già negli scorsi anni avevano vietato i botti, chiediamo invece di ricordare il divieto ai propri cittadini e di fare in modo che venga rispettato. Ma ci rivolgiamo anche a tutti i cittadini a cui chiediamo di evitare volontariamente l’uso dei botti dimostrando un senso di civiltà adeguato ai nostri tempi”.

Molti sono i Comuni che negli ultimi anni hanno emanato atti amministrativi, quasi sempre ordinanze, per vietare o regolamentare in modo restrittivo l’uso dei botti. In particolare due o tre anni fa c’è stata una forte attenzione su questo e molti Comuni hanno finalmente dato ascolto alle Associazioni di tutela degli animali.

“Abbiamo ora però la sensazione –aggiunge Rossana Vallino- che l’attenzione stia calando. Purtroppo, fino a che il non fare uso di botti non sarà diventato patrimonio culturale della maggioranza della popolazione, non ci si può permettere di dormire sugli allori di un’ordinanza o di un regolamento fatto qualche anno fa. Purtroppo anche la Città di Torino non fa eccezione e, pur avendo inserito il divieto in uno strumento forte come il Regolamento sul benessere degli animali, non si è poi attivata adeguatamente in questi anni per farlo applicare. Ci auguriamo in questi giorni di vedere attivata la pubblicizzazione e poi anche i necessari controlli”.

“In molte località si festeggia da qualche tempo l’inizio dell’anno con spettacoli pirotecnici: anche questi -dice Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta– provocano, per il loro forte rumore, spavento e angoscia negli animali. Ma pochi sanno che questi spettacoli possono essere realizzati anche senza il rumore dei botti, bensì con l’accompagnamento di musiche piacevoli e più amiche degli animali. Tra l’altro questi spettacoli hanno anche costi inferiori a quelli tradizionali. Non si tratta quindi di non festeggiare, ma di farlo responsabilmente: esistono valide alternative e invitiamo i Comuni, le Pro loco e tutti coloro che organizzano eventi di questo genere a scegliere questo tipo di spettacoli”.

“Torino è stato uno dei primi grandi comuni italiani a vietare l’utilizzo dei botti, dei petardi e dei fuochi d’artificio in genere, con una norma introdotta nel 2011 nel proprio Regolamento N.320 per la tutela ed il benessere degli animali in città, e di questo va dato atto -dichiara Armando Monticone, presidente della Consulta del volontariato animalista della città di Torino e rappresentante di Legambiente nel suo seno-. Così come va dato atto alla città di aver rinunciato già da due anni, e questo sarà il terzo, ai botti di Capodanno. Ora però è necessaria una più incisiva azione di informazione, prevenzione e, dove necessario, anche di repressione del fenomeno, perché le norme non rimangano pezzi di carta che in troppi ignorano o non rispettano”.

Si inviano in allegato i consigli della Dott.ssa Francesca Costa: “Botti di capodanno. Perché spaventano e come prevenire i problemi”. BottiDiCapodannoPerchéSpaventanoEcomePrevenireIproblemi_DottoressaFrancescaCosta (1)