Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Torino partecipa al 3°campionato nazionale della ciclabilità urbana

Giovedì 9 maggio tre check point in città per contare quante persone usano la bici per gli spostamenti quotidiani

Giovedì 9 maggio torna il Giretto d’Italia, il campionato nazionale di ciclabilità urbana promosso in 23 comuni da Legambiente, Città in Bici (Coordinamento Nazionale Uffici Biciclette – A21Italy) e FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) per favorire la mobilità ciclistica in città. Una sfida a colpi di pedale che vede la partecipazione per il terzo anno consecutivo anche di Torino, chiamata a gareggiare nel girone delle grandi città con Milano, Genova, Venezia, Firenze e Bologna.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di contare i ciclisti urbani affinché contino di più! A Torino verranno allestiti tre check point in tre diversi punti della città (corso Regio Parco angolo Lungo Dora Savona, via Ormea angolo corso Marconi, controviale di corso Francia angolo via Principi d’Acaja) per stimare sulle direttrici Nord, Sud e Ovest il “modal split” delle biciclette rispetto a quello dei veicoli motorizzati (auto e moto). Dalle 7,30 alle 9,30 di giovedì 9 maggio i volontari dei circoli di Legambiente Molecola, Legambiente Metropolitano, Bici&Dintorni, Intorno, Club Amici della Bici e i responsabili dell’Ufficio Biciclette del Comune di Torino conteggeranno i diversi mezzi in transito premiando con una mela chi ha scelto le due ruote ecologiche. A vincere la competizione sarà ovviamente la città dove, nei varchi individuati, passerà la maggior percentuale di persone in bicicletta.
Il Giretto d’Italia si colloca quest’anno proprio a metà strada tra due importanti iniziative per la promozione della mobilità sostenibile: lo scorso 4 maggio si è svolta con grande successo a Milano la manifestazione nazionale per la Mobilità Nuova mentre, a Torino, domenica 26 maggio sarà la volta del Bike Pride, la grande parata dell’orgoglio a due ruote che nel 2012 vide salire in sella più di 15 mila persone.

“Occasioni che dimostrano ancora una volta che le forme di mobilità alternative all’auto stanno sempre più incontrando consenso e una conseguente richiesta d’attenzione da parte delle istituzioni locali e nazionali –dichiara Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Aumentano le persone che decidono di lasciare l’auto a casa, ma i ciclisti usano la bici a loro rischio e pericolo in città che non li prendono sufficientemente in considerazione e continuano a privilegiare le automobili. Il Giretto d’Italia è quindi per noi l’occasione per chiedere di liberare i centri urbani dal traffico e dall’inquinamento, investendo risorse per rendere le città più vivibili, moderne e attente alle esigenze dei cittadini”.

Nelle prossime settimane la neonata Rete per la Mobilità Nuova, composta da più di 200 associazioni tra cui Legambiente, lancerà una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a ribaltare il paradossale status quo degli investimenti nel settore dei trasporti: nel nostro Paese, infatti, per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci (è questa la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore, mentre all’insieme degli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo (dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina solo il 25% delle risorse, puntando spesso e ancora una volta su nuove strade, tangenziali e circonvallazioni piuttosto che sul trasporto collettivo o su quello non motorizzato.

La proposta di legge vuole riorientare le risorse pubbliche concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità e intende, replicando il format già utilizzato per la raccolta differenziata, fissare a livello nazionale obiettivi vincolanti di ripartizione modale degli spostamenti validi in tutti i Comuni capoluogo di Provincia e nei Comuni con più di 50.000 abitanti. Entro due anni a partire dall’approvazione della legge la quota massima di spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati all’interno delle aree metropolitane e del territorio comunale dovrà essere inferiore al 50% del totale degli spostamenti. E poi a partire dal terzo anno e al termine di ognuno degli anni successivi si stabilisce un’ulteriore riduzione della quota massima di spostamenti motorizzati con mezzi privati, con un meccanismo di bonus-malus economico che premia chi raggiunge l’obiettivo e penalizza le amministrazioni inadempienti.

Nelle prossime settimane il disegno di legge, la cui bozza è visionabile sul sito www.mobilitanuova.it, verrà presentato sul territorio e partirà la raccolta delle 50 mila firme necessarie a farlo approdare in Parlamento.