Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Flash mob di Legambiente sotto il Consiglio Regionale e il Comune di Torino. Le proposte per il nuovo piano regionale: mobilità nuova, efficienza energetica, verde in città. L’associazione chiede alla Regione di istituire un tavolo permanente sul tema della qualità dell’aria

“La pesante situazione d’inquinamento di questi giorni è la diretta conseguenza di politiche antismog gravemente insufficienti. Al Piemonte serve subito un nuovo e coraggioso piano regionale antismog e al tempo stesso azioni immediate da parte dei sindaci, primi responsabili della salute pubblica”. E’ questo l’appello lanciato da Legambiente questa mattina a Torino con un doppio flash mob, prima sotto la sede del Consiglio Regionale piemontese e poi sotto il Comune di Torino per spronare entrambi i livelli istituzionali, regionale e comunale, a mettere in campo misure adeguate alla gravità della situazione. “La danza della pioggia non può funzionare all’infinito –ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. E’ importante che la Regione acceleri l’iter di stesura e approvazione del nuovo piano regionale antismog e che questo sia ambizioso e concreto oltre che integrato con le altre politiche e pianificazioni delle diverse direzioni regionali, in particolar modo con il settore dei trasporti, delle infrastrutture, dell’urbanistica e delle politiche industriali”.

“Nell’attesa del nuovo piano regionale i sindaci non possono restare a guardare –ha aggiunto Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per superare l’ ”emergenza” permanente in cui si ricade ogni inverno chi amministra le nostre città deve gettare le basi per politiche efficaci e lungimiranti, a partire dalla mobilità”.

Per Legambiente la vera sfida per combattere lo smog si gioca infatti nelle città, a partire dalla fonte principale di inquinanti: i trasporti e la mobilità urbana. La riduzione del parco auto circolante deve essere l’obiettivo principale da porsi: “Per muoversi in modo sostenibile dentro le città è indispensabile progettare i nuovi spazi urbani e riadattare quelli esistenti in modo che siano facilitati gli spostamenti a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Devono replicarsi in modo capillare le zone 30 nelle Foto_LegambienteFlashMobComuneDiTorinoaree residenziali (concepite con le caratteristiche europee), estendendo inoltre il limite dei 30 km orari in tutto il territorio cittadino ad eccezione delle grandi vie di scorrimento. Vanno previste delle congestion charge zone al fine di limitare il traffico veicolare privato e reperire risorse economiche da destinare al trasporto pubblico. Vanno aumentati i posteggi per le biciclette, soprattutto nei luoghi di interscambio con i mezzi di trasporto utilizzati dai pendolari, così come vanno costruiti e resi appetibili i posteggi di interscambio alle porte della città”. Per reperire le risorse necessarie Legambiente propone di inserire l’obbligo di destinare alla mobilità ciclabile almeno il 15% dei proventi delle multe destinati alla sicurezza stradale (del 50% previsto per legge e deliberato dai Comuni) e almeno il 10% dei proventi delle sanzioni ad interventi di moderazione del traffico. Le amministrazioni comunali dovrebbero inoltre essere obbligate dal nuovo piano regionale antismog ad aggiornare costantemente i propri Pums (Piani urbani della mobilità sostenibile).

“Nel chiedere uno sforzo ai cittadini affinché cambino le loro abitudini di spostamento –si sottolinea nel documento di Legambiente- è indispensabile un incremento dell’offerta dei mezzi pubblici, che hanno visto in questi anni una sostanziale riduzione in termini di risorse e di offerta, sia a livello urbano che extraurbano. Non c’è bisogno di interventi spot nè tantomeno di grandi opere molto impattanti per il territorio, molto costose e dalla dubbia utilità, è necessario invece tornare ad investire sul trasporto pubblico per i pendolari, a partire da quello ferroviario, utilizzato quotidianamente da migliaia di persone. In Piemonte dal 2010 ad oggi sono stati effettuati tagli complessivi del 7,5% al servizio e sono state soppresse ben 14 linee; la conseguenza è che ci sono 33 mila persone in meno ogni giorno sui treni piemontesi. Anche in periodo di crisi economica il problema non è l’assenza di risorse ma la loro allocazione: l’investimento regionale per il trasporto ferroviario regionale è pari allo 0,4% del bilancio, mentre dovrebbe essere almeno del 5% e mentre continua ad essere carente l’offerta dei mezzi pubblici si continua ad investire in grandi opere, strade e autostrade. Questa tendenza va assolutamente invertita”.

Anche il settore energetico e di gestione del calore secondo Legambiente può dare un contributo significativo alla riduzione dell’inquinamento in Piemonte: “L’energia solare e le altre fonti energetiche rinnovabili che non prevedono la combustione possono sostituire gli impianti esistenti di produzione energetica o di calore attualmente esistenti, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria. Altrettanto sforzo va poi fatto nella direzione della rigenerazione urbana, per far sì che i tantissimi edifici attualmente poco performanti dal punto di vista dell’efficienza energetica vengano riqualificati, così che venga diminuito il loro fabbisogno energetico per il consumo di energia elettrica e per il riscaldamento/raffrescamento”. Per Legambiente il nuovo Piano regionale antismog dovrebbe inoltre prevedere misure e azioni specifiche per tutelare e potenziare il verde in città, collegando tra loro le aree verdi, in modo tale che si realizzi una vera e propria maglia ecologica urbana connessa alle aree agricole periurbane. Altrettanta attenzione deve essere data inoltre al tema dell’agricoltura e a quali misure mettere in campo affinché anche questo settore, spesso trascurato da questo punto di vista, sia più sostenibile. Un esempio è la vecchia pratica agricola dell’abbruciamento delle stoppie del riso, e più in generale dei residui vegetali, che non andrebbe più consentita laddove vengono superati i limiti di inquinamento previsti per legge. Questa vecchia abitudine dovrebbe essere definitivamente archiviata a favore dell’interramento delle stoppie, pratica ormai messa in atto dalla maggior parte delle aziende risicole con benefici sia ambientali che agronomici; mentre i residui vegetali possono utilmente essere compostati a livello domestico o in appositi centri di raccolta.

Per l’associazione ambientalista la programmazione regionale, così come la pianificazione delle azioni previste nei vari comuni, è più efficace se costruita tramite un percorso partecipato, in cui i portatori di interesse siano consultati attraverso un confronto attivo e continuativo nel tempo. “Per ribadiamo la nostra proposta alla Regione Piemonte di attivare un tavolo permanente sul tema della qualità dell’aria, di cui facciano parte le città con più di 20.000 abitanti, i comuni a loro limitrofi e quelli in cui si evidenzia il superamento di uno o più valori limite aumentati del margine di tolleranza; l’Arpa e le Associazioni ambientaliste e impegnate sui temi della mobilità sostenibile”.

“Cambiamo aria”, le proposte di Legambiente per il nuovo Piano regionale sulla qualità dell’aria

Il documento integrale presentato il 16 maggio 2015: http://bit.ly/1EMWsSz